SITUAZIONE: questo è generalmente il mese più caldo dell’estate; tutti i nuovi rami lignificano, i frutti oramai pienamente sviluppati si colorano e le prime foglie spuntate in primavera tendono ad ingiallire e cadere. I bonsai da interno grazie alle alte temperature vegetano con vigore mentre quelli da esterno rallentano notevolmente la crescita.
ESPOSIZIONE: l’intenso calore e la forte insolazione ci costringono a collocare i bonsai con foglie delicate in zone di mezz’ombra; se il caldo è particolarmente intenso vi consiglio di proteggere un po’ tutte le specie ad eccezione di pini e ginepri.
Superando la soglia dei 30°C molte piante rallentano le loro attività metaboliche entrando in una situazione critica in cui errori di coltivazione risulterebbero fatali per la salute dell’albero; è bene dunque servirsi di reti ombreggianti o, in alternativa,scegliere posizioni più fresche dove far dimorare le vostre piante.
INNAFFIATURA: il tempo trascorso ad innaffiare i bonsai della vostra collezione è la migliore occasione per poterli osservare con attenzione e riscontrare eventuali problemi. Una latifoglia sana dovrebbe asciugare completamente nel giro di 24 ore e dare i primi segni di disidratazione riconoscibili da segnali decisamente espliciti come germogli ricurvi e molli, colore opaco delle foglie. Una conifera invece necessita di tempi un po’ più lunghi per “avere sete” anche se i segnali sono gli stessi ritrovati nelle latifoglie, nella fattispecie aghi opachi e candele molli. E’ buona regola non arrivare mai al riscontro di questi ‘avvertimenti’ perché è facile creare danni da disidratazione alla pianta. Per poter usufruire della “sete” come metodo di miniaturizzazione fondamentale sono i lunghi anni di esperienza nella coltivazione e la possibilità di controllare costantemente il grado di disidratazione del bonsai per intervenire prima di creare danni.
Se una pianta impiega più del solito ad asciugare dilatate la frequenza delle innaffiature intervenendo solo quando è asciutta poiché ricordate che la combinazione di caldo e radici sempre zuppe è micidiale per la salute del bonsai.
Tenete sempre presente che è indispensabile bagnare ogni bonsai in base alle sue necessità; ogni individuo, anche se della stessa specie, avrà esigenze idriche differenti dagli altri e ognuno dovrà avere modo di asciugare tra una innaffiatura e l’altra anche se questo comporterà un impegno sicuramente maggiore.
Germoglio prima della potatura
Germoglio dopo la potatura
Prima della potatura
CONCIMAZIONE E MALATTIE: i bonsai da interno possono essere “nutriti”con un concime a base di azoto-fosforo-potassio in percentuali simili e microelementi.
Ai bonsai da esterno invece si somministra un concime con fosforo, potassio e pochissimo azoto e microelementi; sempre da preferire i concimi organici.
Lo scopo della fertilizzazione in questi mesi estivi, data la scarsa crescita, è quello di far sviluppare al meglio le gemme che i bonsai stanno formando per creare la vegetazione e le fioriture per la primavera successiva e far lignificare i nuovi rami al fine di preparare le nostre piante al clima autunnale e invernale.
Tenete sotto controllo i vostri bonsai per intervenire con un insetticida se notate qualche parassita. Prestate molta attenzione agli acari che con il caldo e il clima secco sono particolarmente attivi; per limitarne lo sviluppo bagnate quotidianamente le chiome. Nessun problema particolare con le malattie fungine ammesso che in primavera abbiate fatto i trattamenti preventivi; controllate comunque che non compaiano macchie o muffe sulle foglie e sulle gemme delle vostre piante in particolare le rosacee (meli, pruni, ciliegi, peri, biancospini….)
SITUAZIONE: in questi mesi estivi noterete molti uccelli che abitualmente verranno a visitare il vostro laghetto attirati dalla possibilità di dissetarsi e rinfrescarsi bagnando il piumaggio.
Lo sviluppo delle piante acquatiche risulta esuberante a tal punto che potrebbe rendersi necessario uno sfoltimento delle ossigenanti, delle galleggianti e delle foglie di ninfea.
INTERVENTI: se le temperature si mantengono alte per molti giorni l’acqua può scaldarsi eccessivamente riducendo così la quantità di ossigeno e rendendo l’ambiente”pericoloso” per gli organismi animali che abitano lo stagno. Il segnale tipico della carenza di ossigeno disciolto in acqua é la presenza dei pesci che rimangono in superficie boccheggiando ed eventuali morie notturne di pesci proprio quando le piante non sono attive riducendo ulteriormente la quantità del prezioso gas. Generalmente un semplice ricircolo con un getto o una fontana sono sufficienti per ossigenare.
Ecco i lavori necessari del mese:
SITUAZIONE: Luglio è un mese generalmente caldo e secco e la campagna assume i tipici colori dorati dell’estate. Bisognerà dedicare cura e attenzione all’irrigazione, alla pulizia e ai molti altri lavori che il nostro orto richiederà dato che proprio ora si andranno a raccogliere i frutti del nostro lavoro precedente.
LAVORI:
LA LUNA:
Luna crescente: dal 1/7 al 12/7 e dal 27/7 al 31/7.
Si semina: bietola da coste, fagiolino e fagiolo nano, prezzemolo, ravanello, zucchina.
Si trapianta: cavolo, indivia riccia, lattuga, radicchio di Chioggia, sedano.
Luna calante: dal 13 al 26 luglio.
Si semina: cavolo cappuccio, cicoria, indivia, lattuga, porro, radicchio, finocchio.
Si trapianta: porro.
MALATTIE: controllate l’eventuale comparsa di parassiti che in questi mesi particolarmente caldi si sviluppano rapidamente danneggiando seriamente le orticole. Gli insetti che creano maggiori problemi nel periodo estivo sono gli acari, gli afidi e le cocciniglie. Attenzione anche ai bruchi di ifantria, quella comunissima farfalla bianca che si nota spesso svolazzare tra i nostri orti e giardini. Questa farfalla depone le uova sulle foglie e i suoi voraci bruchi tessono una tela che avvolge interi rametti defogliandoli completamente. Unica risoluzione al problema è eliminare le parti colpite, dove è ancora presente il parassita, e trattare poi con un insetticida appropriato.
Contro le malattie fungine fate dei trattamenti con ossicloruro di rame e zolfo. Si tenga in considerazione che con un clima caldo e asciutto tipico del periodo gli attacchi fungini sono più rari e meno virulenti; il rischio aumenta notevolmente con piogge persistenti o con irrigazioni a pioggia, regolate quindi la frequenza dei trattamenti in conseguenza al clima.